ETHICAL CONSUMER - NOVEMBRE 1997
______BANANE: RADDRIZZARE UN MONDO STORTO?
Doris Calvo, una confezionatrice di banane del Costa Rica licenziata per le sue attività sindacali, ha riassunto così il suo messaggio per i consumatori: "Dietro questo frutto, che ha un sapore così dolce, vi sono le lacrime e la morte di esseri umani. Sono le vite dei nostri lavoratori che vengono svendute".
REPUBBLICHE DELLE BANANE ?
Le compagnie delle banane hanno realizzato enormi profitti specialmente sul ricco mercato della Comunità Europea. Del Monte, Chiquita, Dole, Irish Fyffes e British Geest hanno prosperato grazie alla stretta mortale economica e politica che mantengono nei paesi produttori. Per decenni questo controllo su una dozzina di nazioni in America Centrale e nei Caraibi Orientali, insieme al controllo di 3/4 del mercato mondiale ha permesso il loro arricchimento incontrastato. Il termine "repubblica delle banane" fu coniato per descrivere un governo succube delle compagnie multinazionali. Oggi queste compagnie controllano lí88% del mercato U.S.A., il 72% del mercato giapponese e il 58% del mercato europeo. A metà degli Anni Novanta seguì un periodo di intensa competizione e ristrutturazione provocato dai cambiamenti sul mercato europeo e dalla rapida crescita dei consumi nellíEuropa dellíEst. Sebbene in crescita, le compagnie si sentono sotto tiro. Devono ora affrontare un insieme di accuse mosse da uníalleanza internazionale composta da lavoratori delle piantagioni, da piccoli contadini e da consumatori europei, riguardo alle questioni del lavoro e dellíambiente.
UN COMMERCIO VIOLENTO E INGIUSTO
Come indicazione di quanto sia ingiusto il commercio delle banane, bisogna sapere che il contadino latinoamericano riceve in media solo lí1-2% di ciò che pagano i consumatori; un piccolo contadino delle Isole Windward riceve normalmente circa il 7% del prezzo nel supermercato britannico. La stretta economica sulle compagnie, provocata da sovrapproduzione e prezzi bassi, si è riversata sugli anelli più deboli della catena. Come risultato, centinaia di migliaia di lavoratori e piccoli produttori fanno sempre più fatica a sopravvivere.
Molti dei vantaggi sociali ottenuti dai lavoratori negli Anni Ottanta, dopo decenni di lotte sindacali, sono andati persi o sono minacciati. I salari reali sono più bassi - appena 2,5 dollari al giorno in Nicaragua, sufficienti a coprire solo la metà del fabbisogno alimentare medio di una famiglia; le ore di lavoro sono aumentate - spesso 12-15 ore al giorno in tutta la regione; la stabilità del lavoro è inesistente per lí80% dei lavoratori del Costa Rica, che vengono sistematicamente licenziati dopo 90 giorni e obbligati ad andarsene. Sempre di più le compagnie preferiscono assumere lavoratori precari e i sindacati sono stati eliminati o indeboliti da un insieme di forze comprendenti governi, settori conservatori della Chiesa Cattolica e Ambasciate americane. Come ha affermato un leader sindacale costaricano nel giugno ë97: "Riteniamo che le compagnie stiano violando, con la tolleranza del nostro governo, una serie di convenzioni internazionali, come pure le nostre leggi nazionali".
Sebbene le compagnie non siano direttamente coinvolte, i lavoratori continuano a subire violazioni dei loro diritti in questi paesi. In Colombia, il 1997 - come il 1996 - ha visto líuccisione di centinaia di membri del sindacato delle piantagioni SINTRAINAGRO, accusato di avere collegamenti coi movimenti guerriglieri. In Costa Rica i leader sindacali negli ultimi mesi hanno ricevuto ripetute minacce di morte, addirittura da un dirigente di una piantagione nel suo ufficio. In Guatemala nellíuffico del sindacato UNSITRAGUA sono appese fotografie dei colleghi morti, un lugubre modo per ricordare ai sindacalisti che si trovano ancora in guerra.
QUESTIONI AMBIENTALI
Sul fronte ambientale, a parte líiniziale e irreversibile distruzione di foreste tropicali primarie, la monocultura delle banane ha aumentato la sensibilità ad alcune malattie come la "sigatoka nera" (un fungo delle foglie di banana), a tal punto che le compagnie irrorano le piantagioni di pesticidi con aerei più di una volta alla settimana. I prodotti chimici attualmente in alcuni paesi ammontano a metà del costo di produzione delle banane. Líambiente naturale, la vita acquatica e la biodiversità sono stati distrutti in tutte le regioni di produzione della banana dellíAmerica centrale.
Líeffetto cumulativo sulla salute di uomini, piante e animali, è stato - e continua a essere - devastante. Le piantagioni di banane rendono il Costa Rica il più grande consumatore di prodotti chimici pro capite nel mondo. La grave contaminazione del suolo e delle risorse idriche è ormai ben documentata. Nel 1992 per esempio la Dole fu dichiarata colpevole di grave inquinamento per le sue piantagioni in Costa Rica dal Tribunale Internazionale delle Acque. Sebbene le compagnie abbiano cominciato a ridurre líuso di prodotti chimici, ci sono dei limiti, poiché una sola varietà di banana arriva a coprire decine di migliaia di acri in maniera ininterrotta (la mancanza di diversità biologica favorisce líabnorme crescita di parassiti).
La reazione delle compagnie alle critiche è che le cose ora sono migliorate, sebbene le condizioni nel settore della banana "fossero infernali". Comunque numerosi testimoni fra i lavoratori delle piantagioni suggeriscono altrimenti. Il costo dellíirresponsabilità sociale ed ambientale sembra alto come al solito - se non più alto. Rimane da vedere se le compagnie siano sinceramente pronte ad un "dialogo serio", come ha affermato recentemente la Del Monte.
SPOSTARE GLI OBIETTIVI DELLA CAMPAGNA
Fino a poco tempo fa i consumatori in Gran Bretagna erano informati solo sui loro fornitori tradizionali di banane, le isole Windward, che producevano il 60% delle banane consumate. La campagna si concentrava sulla differenza tra quanto ricevevano i piccoli contadini e quanto guadagnava la Geest. Nellíottica del mercato europeo, la campagna si focalizzava nel difendere gli interessi di quei 25mila piccoli contadini bisognosi di protezione per sopravvivere alla competizione con le banane a basso prezzo dellíAmerica Latina.
Sebbene il consumo in Gran Bretagna sia raddoppiato in un decennio, meno del 30% delle banane ora provengono dalle Windward e un terzo del mercato è stato conquistato dalle "dollar bananas", provenienti da enormi piantagioni in Ecuador, Costa Rica e Colombia. La quota di mercato e líinfluenza delle multinazionali americane sul mercato britannico è cresciuta molto rapidamente, con la creazione di un unico mercato europeo nel 1993.
Il 12 agosto 1997 il World Development Movement e Banana Link hanno attirato líattenzione dei mass-media sulle compagnie bananifere e líabuso dei diritti dei lavoratori scaricando una tonnellata di bucce di banana sui gradini dellíufficio della Del Monte U.K. a Dartford. A questo seguì uníazione per sottolineare líirresponsabilità commerciale della Chiquita allíAmbasciata U.S.A. a Londra lo scorso 8 settembre, il giorno che líOrganizzazione Mondiale del Commercio (WTO) annunciò che avrebbe sostenuto líattacco al regime della banana in Europa. Gli aderenti alla campagna sono invitati a scrivere a Del Monte, Chiquita e Dole per il riconoscimento delle organizzazioni sindacali e per la riduzione dellíuso dei pesticidi chimici.
Nel frattempo, la campagna "Supermercato Globale" di Christian Aid per fare pressione sui supermercati affiché adottino codici di condotta per il rispetto dei diritti dei lavoratori, ha avuto un impatto positivo. Tutte le principali compagnie bananifere hanno passato lo scorso anno a scrivere un "codice di condotta" per líintero settore, a causa della pressione dei supermercati. Il punto di conflitto con i dettaglianti al momento non è líidea del codice di condotta, ma il bisogno di monitoraggio indipendente e di verifica degli standard minimi. Le compagnie comunque mostrano molti segni di accettazione di una verifica indipendente sulle loro affermazioni.
CAMBIANDO IN MEGLIO LíECONOMIA DELLA BANANA
I messaggi della campagna e líeducazione dei consumatori si sono dovuti adattare alla realtà del mercato che cambia. Banana Link, una piccola cooperativa no-profit di Norwich ha lavorato per adattare i vecchi messaggi. Ora sta cercando insieme a molti altri - sindacati, ONG, gruppi ecclesiali, consumatori individuali, politici e giornalisti - di organizzare una vasta campagna per migliorare líeconomia della banana. A breve termine, una banana con líetichetta "fair trade" (che uscirà nei prossimi mesi) sarà il risultato più visibile di questa campagna sul mercato britannico. A medio termine, i codici di condotta con monitoraggio indipendente potranno diventare la via migliore per la maggioranza di coloro che soffrono delle ingiustizie del mercato della banana. Per quanto le richieste sindacali per clausole sociali ed ambientali negli accordi commerciali siano pertinenti, le regole del commercio internazionale e il dominio della WTO da parte delle compagnie multinazionali private significano che, nel migliore dei casi, le speranze dei lavoratori saranno soddisfatte solo nel lungo periodo.
Inseparabile da questi sforzi è stata líapparizione di Europea Banana Action Network (EUROBAN) con diverse organizzazioni attive in 10 paesi ed un segretariato, ora ospitato da Irish Fair Trade Network. Dal 1994, questa coalizione informale si è incontrata regolarmente per sviluppare una politica comune e campagne per i consumatori, come quella per migliorare gli standard sociali ed ambientali sul mercato europeo, che ha raccolto 150mila cartoline da 6 paesi in 5 mesi. Anche la Commissione Europea ha dovuto ammettere di essere sorpresa dal volume della richiesta pubblica. Come risultato, la Commissione sta esaminando le potenzialità di una etichettatura comune a livello europeo per le banane "fair trade". E ora che il sistema europeo è stato condannato dal Comitato della WTO è interessante notare che la Commissine Europea si sta rivolgendo a EUROBAN per avere idee su come riformare il sisetma della banana perché sia compatibile con le regole della WTO!
Attraverso la crescita di questa alleanza internazionale, è stata data priorità nello sviluppare strette relazioni con i sindacati dei lavoratori della banana in 8 paesi dellíAmerica Latina e con le organizzazioni dei piccoli contadini nei Caraibi e in Ecuador, senza il cui coinvolgimento sarebbe stato impossibile fare reali pressioni sulle multinazionali.
Troppo spesso nel passato, le campagne dei consumatori del Nord sulle produzioni del Sud hanno fallito nel prendere realmente in considerazione i punti di vista e le lotte di coloro la cui esistenza dipende da queste produzioni. Líesperienza dimostra che non è impresa facile negoziare e realizzare standard di produzione equi, dando un uguale peso sia ai produttori che ai consumatori. Rimane da vedere se i reali interessi dei produttori vengano rispettati nel lungo periodo.
COSA POSSONO FARE I CONSUMATORI DI BANANE
Nel breve periodo siate consapevoli dei costi nascosti nella produzione di banane, ma continuate ad acquistarle; questo è il messaggio dei lavoratori delle piantagioni latinoamericane. Essi non chiedono un boicottaggio, come il governo del Costa Rica li accusa di fare. I boicottaggi non sono esclusi, ma potrebbero essere richiesti dalle organizzazioni dei lavoratori in specifiche circostanze per un periodo limitato.
Nel frattempo, i consumatori britannici, a differenza dei loro simili sul continente, hanno davvero la possibilità di appoggiare piccoli produttori indipendenti sulle isole Windward (con i marchi St. Vincent, Dominica, St. Lucia, Grenada, Martinique, 5 Isles), diverse centinaia dei quali stanno ora lavorando per intraprendere uníiniziativa "fair trade" con i consumatori britannici. Nellíattesa delle banane con il marchio, Banana Link e altri gruppi hanno consigliato ai consumatori di "comperate le banane delle Isole Windward, il meglio del mucchio".
Líaltro messaggio importante è che, appena siano disponibili le banane "fair trade", chiediate al vostro supermercato locale di metterle in vendita, le comprate e passate parola. Alcune campagne di marchi "fair trade" sono state lanciate con successo lo scorso anno in Olanda e Svizzera, superando tutte le precedenti quote di mercato di un prodotto "fair trade". Il 12% del mercato svizzero e il 9% del mercato olandese è ora rifornito da banane con marchio registrato "fair trade". Líimpatto su un mercato molto più grande come quello britannico sarà meno incisivo a breve termine, ma i lettori di Ethical Consumer saranno importanti nel massimizzare quellíimpatto. Queste iniziative sono anche innovative perché è la prima volta che i criteri "fair trade" comprendono standard minimi dettagliati ambientali e sociali. Il primo fornitore ad essere registrato è stata una piantagione amica dellíambiente nel Ghana dove i lavoratori sono liberi di organizzarsi sindacalmente e diventeranno azionisti al 25% della compagnia. Nella regione costiera pacifica dellíEcuador, líorganizzazione di campesinos UROCAL sta investendo in programmi di miglioramento sociale ed ambientale. Essa detiene anche quote in una nuova compagnia indipendente díesportazione che è una joint-venture tra una ONG olandese e una compagnia di conservazione di Rotterdam. Nella Repubblica Dominicana, 3 gruppi di piccoli contadini, due dei quali produttori di frutta biologica, riforniscono i consumatori europei. In ciascun caso, i produttori hanno un prezzo garantito che è tra il 40 e il 70% più alto dei prezzi correnti di mercato. Questo mercato alternativo dà loro la possibilità di investire in una produzione sostenibile. Infine, se i consumatori vogliono essere attivi nellíarea dei diritti dei lavoratori e dellíambiente, possono unirsi alla campagna del World Development Movement "Sosteniamo i lavoratori delle banane", diretta contro le 3 principali compagnie: Chiquita, Dole e Del Monte. Maggiore è la pressione sentita dalle compagnie, maggiore è la possibilità di ottenere codici di condotta realmente migliori, che almeno garantiscano che le convenzioni dellíOrganizzazione Internazionale del Lavoro e le leggi ambientali nazionali siano rispettate in tutte le piantagioni.
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_____________UNITED KINGDOM
Dear Mr Murray,
we are concerned for the workers who produce bananas. In countries like Costa Rica, they are prevented from joining free trade unions and are exposed to very harmful chemicals. These practices go against your stated commitment to employees worldwide.
We urge Del Monte Fresh Produce Ltd to recognise the rights of workers to work in safe conditions and to join a trade union. We also urge you to reduce the use of chemicals, including aerial spraying.
Yours Sincerely
____________TRADUZIONE
Egregio Sig. Murray,
siamo preoccupati per la condizione dei lavoratori delle banane. In paesi come il Costarica, viene loro impedito di aderire a libere organizzazioni sindacali e sono esposti a sostanze chimiche molto pericolose. Queste pratiche vanno contro líimpegno da voi assunto nei confronti dei vostri dipendenti in tutto il mondo.
Sollecitiamo la Del Monte Fresh Produce Ltd a riconoscere i diritti dei lavoratori affinchè lavorino in condizioni di sicurezza e possano iscriversi ad un sindacato. Vi chiediamo inoltre di ridurre líuso di pesticidi chimici, compresa la pratica di spruzzarli sulle piantagioni con líaereo. Distinti saluti.