SURVIVAL INTERNATIONAL - NOVEMBRE 1997

_______BRASILE: MINACCIATA LA VALLE JAVARI

"Chiediamo la demarcazione della nostra terra perché è líunica garanzia per la nostra sopravvivenza. La nostra terra è la nostra casa ed è tutto quello che abbiamo".

Consiglio indigeno della Valle Javari

La Valle Javari è una delle aree indigene più vaste del Brasile e si trova al confine col Perù. Si estende per oltre otto milioni di ettari e al suo interno vivono sei popoli indigeni: i Kanamari, i Marubo, i Matis, i Matsés, i Kulina e i Korubo, contattati solo recentemente. Nella valle abitano anche almeno otto gruppi di Indiani che non hanno mai avuto rapporti col mondo esterno e rappresentano la maggior concentrazione di popoli "incontattati" dellíAmazzonia. La popolazione totale è di circa 4.000 individui. I politici, legati alla potente industria del legname e al traffico della droga, esercitano uníenorme pressione sulla terra indiana. Le vicine città di Atalaia do Norte e Benjamin Constant sono i più importanti centri commerciali delle compagnie del legname e dei trafficanti di droga che agiscono illegalmente nellíarea indigena. Gli esperti hanno calcolato che il 90% del legname abbattuto in zona proviene dalla Valle Javari. Nel maggio 1996 líIBAMA (Istituto Governativo per líAmbiente) ha confiscato 21.000 metri cubi di legname. Nessuno, tuttavia, è stato rinviato a giudizio per furto e i disboscatori si sono ripresi tutto il legname. I trafficanti di droga hanno costruito delle piste di atterraggio nella valle per contrabbandare la cocaina in Brasile. Anche i locali invadono líarea per cacciare e pescare. La compagnia petrolifera Petrobràs vuole ripetere i test sismici in uníarea in cui vivono almeno tre popoli incontattati; uníarea che abbandonò nel 1984, quando i Flexeiros attaccarono il suo campo.

Tutte le popolazioni della Valle Javari cacciano, raccolgono i frutti spontanei della terra e coltivano manioca, plantano e mais. La maggior parte dei Marubo ha avuto contatti con líesterno per decenni. Alcuni hanno estratto la gomma durante il suo boom alla fine del secolo scorso. I Matis, invece, sono stati contattati dalla FUNAI (organo federale di assistenza agli indios) nel ë76. Oltre la metà della popolazione morì di malattie. Solo ora si stanno riprendendo dalla tragedia e stanno recuperando molte tradizioni. Man mano che i tagliatori di legna si addentrano nella Valle Javari, cresce la preoccupazione per il futuro dei popoli incontattati, che sono i più vulnerabili alle malattie e alla violenza importate dagli stranieri. Per questo, nellíottobre del ë96 la FUNAI ha deciso di effettuare il primo vero contatto con un piccolo gruppo di 24 Korubo. Eí stata allestita una postazione di sorveglianza alla foce del fiume Itui, che segna líentrata nel loro territorio. Da allora, la FUNAI ha fatto in modo di impedire líaccesso agli stranieri. Survival ha saputo che i militari e alcuni settori del governo, che sono anti-Indiani e vogliono estendere il loro controllo sullíarea, stanno cercando di chiudere la postazione della FUNAI. Nellíagosto ë97, un Korubo ha ucciso un funzionario della FUNAI e le autorità hanno chiesto la chiusura della postazione. Se dovesse succedere, nulla potrà fermare líinvasione del territorio. Líorganizzazione indiana CIVAJA (Consiglio Indigeno della Valle Javari) ha chiesto che la postazione rimanga e ha dichiarato: "se la postazione verrà chiusa saranno gli Indiani a soffrire".

La maggioranza dei circa 300 Korubo esistenti rimane incontattata. Per decenni hanno evitato tutti i contatti con i bianchi nonostante abbiano avuto sporadici conflitti con loro, con morti da entrambe le parti. Líopinione pubblica locale è estremamente ostile ai Korubo, che sono noti come "caceteiros" ("spacca-crani"). In alcuni casi, sono state organizzate battute di caccia per "stanarli" e ucciderli. Recentemente, sono giunte voci che i boscaioli intendono distruggere i villaggi con la dinamite. Gli Indiani che lavorano per la CIVAJA sono stati minacciati di morte. I politici locali hanno organizzato manifestazioni contro gli Indiani e il sindaco di Atalaia ha detto:"La Valle Javari ci appartiene e non permetteremo che venga demarcata".

La Valle Javari è stata riconosciuta area indigena nel 1985. Sono stati stanziati fondi europei per la sua demarcazione ma, nonostante i soldi siano disponibili, il governo brasiliano non ha dato nessun segno di volerla effettuare. Se líarea non sarà adeguatamente salvaguardata, il futuro di alcune delle più isolate e vulnerabili popolazioni indigene del Brasile si farà molto cupo.

*________________BRASILE

Sr Fernando H. Cardoso
Presidente de la Republica
Palacio de Planalto
70150-900
Brasilia DF, Brazil
fax: 0055/61/2267566

 

Exmo Sr Iris Rezende
Ministerio da Justica
Bloco T, Esplanada dos Ministerios
70064-900
Brasilia DF, Brazil
fax: 0055/61/2242448

 

Dear Mr President/Minister,

we are writing about the grave situation of the indigenous peoples of the Javari Valley. The Kanamari, Marubo, Matis, Matsés, Kulina and Korubo are menaced by logging industry and drug traffickers invading their territory. We are asking you first of all to demarcate the indigenous area using the European funds already available; we ask you to maintain the FUNAI surveillance post on Itui river, because it protects them from diseases and violence; we besides ask the Government to start a long term program to protect the area in which still live many uncontacted Indians. The protection of indigenous areas is a constitutional duty.

Yours Faithfully


____________TRADUZIONE

Egregio Signor Presidente/Ministro, Vi scriviamo riguardo la grave situazione dei popoli indigeni della Valle Javari. I Kanamari, Marubo, Matis, Matsés, Kulina e Korubo sono minacciati dallíindustria di legname e dai trafficanti di droga che stanno invadendo il loro territorio. Le chiediamo innanzitutto di demarcare líarea indigena usando i fondi europei già disponibili; le chiediamo di mantenere la postazione di sorveglianza della FUNAI sul fiume Itui, poiché essa li protegge da malattie e violenze; chiediamo infine che il governo inizi un programma a lungo termine per proteggere líarea in cui vivono ancora molti indiani incontattati. La protezione delle aree indigene è un obbligo costituzionale. Distinti saluti.




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