______BRASILE: I KAIOWA' LOTTANO PER RIAVERE

LE LORO TERRE

Nel 1986, i Kaiowà della comunità di Sucuriy furono cacciati violentemente dalle proprie terre da un allevatore. Da allora, 14 famiglie sono state trasferite numerose volte prima di potersi stabilire in un piccolo lotto di terra dato loro in prestito dal consiglio locale. Lì, privi di terra da coltivare, gli Indiani vivono in povertà costretti a sopravvivere vendendo manufatti lungo le strade. Di notte, non si allontanano dal villaggio per paura delle molestie e delle intimidazioni degli abitanti del luogo.

Sucuriy è un'area di circa 500 ettari; già demarcata dalla FUNAI (l'Agenzia degli Affari Indiani del governo), nel maggio 1996 è anche stata riconosciuta come proprietà indiana dal Ministro della Giustizia. Tuttavia, il governo non ha ancora fatto nulla per aiutare i Kaiowà a farvi ritorno. Disperata per la situazione, il 23 dicembre 1996, la comunità decise di riprendersi la terra da sola. Il giorno dopo, accompagnato dal sindaco locale e da uomini armati, arrivò lo stesso allevatore che l'aveva sfrattata 10 anni prima. Minacciò i Kaiowà con violenza, li scacciò dalla loro terra e li gettò sulla strada con tutte le loro cose. Da allora, Survival ha rivolto numerosi appelli al giudice locale perché si attenesse al decreto governativo e permettesse agli Indiani di ritornare. Ma non è servito a nulla. Gli Indiani sono ancora determinati a riprendersi Sucuriy a dispetto degli appoggi politici di cui godono gli allevatori. Gli anziani della comunità ci hanno detto di voler resistere fino alla fine: "se tu uccidi una formica, ne saltano fuori molte altre, tutte disposte a farsi uccidere. Noi Indiani siamo come loro. I nostri diritti non vengono rispettati. L'uomo bianco ci sta uccidendo. Il Presidente non interviene: si preoccupa solo dei ricchi".

A 140 km di distanza, anche la comunità kaiowà di Panambizinho sta lottando per la sopravvivenza. Negli anni '40, molte delle loro terre vennero date ai coloni. Oggi, mentre 62 famiglie kaiowà vivono in soli 60 ettari, 29 famiglie di coloni occupano 1130 ettari di terra indiana. Nel dicembre 1994, il Ministro della Giustizia disse che l'area sarebbe stata demarcata e che i coloni, ottenuto un risarcimento, se ne sarebbero andati. Ma, sotto la pressione dei coloni stessi e dei politici, non mantenne le sue promesse. Oggi dice che assegnerà agli Indiani un'area alternativa.

La tensione continua a crescere. Gli Indiani hanno paura ad uscire dal villaggio anche solo per andare a fare legna. Sono completamente circondati dai terreni degli allevatori, pattugliati dalle guardie armate. Un leader religioso Kaiowà ci ha detto: "La terra è molto piccola, non c'è spazio per piantare grano e fagioli. Questa terra è stata nostra per secoli. Ora, è stato distrutto tutto. Non si può più cacciare e non ci sono più alberi. Stiamo soffrendo... I coloni, lo stato, i deputati federali e il sindaco sono tutti contro di noi. La nostra sopravvivenza sarà molto difficile".

I Kaiowà del Brasile sono circa 25.000. Dall'inizio del secolo, sono stati progressivamente privati delle loro terre, prima dai coltivatori di té, poi dagli allevatori di bestiame e infine dai proprietari delle piantagioni di canna da zucchero, mais e soia. Oggi, vivono in minuscoli fazzoletti di terra circondati dalle piantagioni. Le foreste e gli animali sono scomparsi e nelle comunità regna la disperazione: non c'è acqua pulita, la terra è quasi tutta incoltivabile e i villaggi sono sovraffollati. Molti Kaiowà sono costretti a lavorare come manodopera a basso costo nelle città o nelle piantagioni; i bambini di 10 anni lavorano 12 ore al giorno in condizioni di semischiavitù. Alcune ragazze si prostituiscono. Incapaci di pensare al futuro, oltre 200 Kaiowà, bambini inclusi, si sono suicidati. Molte comunità, cacciate dalle proprie terre, stanno aspettando di farvi ritorno. I diritti dei Kaiowà di Sete Cerros sono stati messi in discussione da una società di allevatori che ha rinviato il caso alla Corte. Comunque, la campagna che Survival conduce per i Kaiowà ha già dato qualche risultato. Sia nel '94 che nel '96, i giudici locali, influenzati dalle lettere inviate dai sostenitori di Survival, hanno riconosciuto i diritti dei Kaiowà di Jaguapiré e Jararà che hanno ripreso la terra rubata e stanno cercando di ricostruirsi una vita.

FONTE: SURVIVAL INTERNATIONAL - MAGGIO 1997



*__________________BRASILE

Presidente da Republica

Sr. Fernando Henrique Cardoso

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Ex.mo Dr. Nelson Jobim

Ministro da Jiustica

Esplanada dos Ministerios - BI:T

70064-900 Brasilia (DF)

Brasil

fax 0055-61-2242448

E-mail gregori@mj.gov.br

I Guaranì-Kaiowà del Mato Grosso do Sul, in Brasile, hanno perso la maggior parte delle loro terre ancestrali, sottratte da allevatori e grandi proprietari di piantagioni di canna da zucchero e soia. Cacciati dai propri villaggi con la forza, per sopravvivere molti Indiani sono stati costretti a lavorare in condizioni terribili nelle piantagioni o nelle città. Disperati per la perdita delle terre e del tradizionale stile di vita, oltre 200 Guaranì-Kaiowà, inclusi bambini di 9 e 10 anni, si sono suicidati.

Noi sottoscritti chiediamo al governo brasiliano:



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