BOYCOTT NEWS

ATTENZIONE, IN ZIMBABWE ARRIVANO LE TIGRI MALESI

Gli imprenditori della Malesia sono sbarcati in Zimbabwe, dove hanno trovato nel presidente Robert Mugabe un attento interlocutore. E dopo essersi assicurati il 51% della più importante centrale elettrica del paese e una joint venture per un progetto di telefonia mobile, adesso si lanciano alla conquista delle risorse forestali. Ma ad Harare qualcuno comincia a parlare di comportamenti scorretti e mancanza di trasparenza.

Il presidente di una società malese cui fa capo il progetto di costruire 12mila abitazioni a Bulawayo, Hassan Ali, presiede anche la Hasedat Corporation che di recente ha siglato un memorandum d'intesa con il Development Trust of Zimbabwe (Dtz) del vicepresidente Joshua Nkomo, per lo sfruttamento di foreste in varie parti del paese. E' anche stata contattata la Commissione forestale per ottenere forniture di legname che, secondo quanto sostiene Ali, sarà usato per il progetto residenziale. Si pensa che siano in gioco un totale di 50mila ettari di suolo statale e comunale. Ali si è recato in Zimbabwe per dei colloqui che dovrebbero tradurre l'intesa con il Dtz e la Commissione forestale in precisi diritti di concessione per legni pregiati quali mogano, mopani, mukwa e teak.

INTERNAZIONALE - 18 APRILE 1997

"E' L'ORA DELLE SANZIONI ANCHE PER L'INDONESIA"

Dopo la Birmania è arrivato il turno dell'Indonesia. Il Massachussetts, primo Stato dell'Unione a imporre sanzioni contro le imprese che commerciano con la narcodittatura di Rangoon, sta preparando analoghe azioni contro quelle che fanno affari con l'Indonesia. Allo studio del Senato statale c'è infatti una legge che inpedisce alla pubblica amministrazione di comperare beni e servizi da tali aziende. I promotori dell'iniziativa legislativa sperano di scatenare un'ondata di protesta simile a quella che ha convinto il presidente Clinton ad annunciare il bando degli investimenti statunitensi in Birmania (fatta eccezione per le opere in corso, soprattutto nel redditizio settore petrolifero).

Il movimento per le sanzioni all'Indonesia denuncia le gravi violazioni dei diritti umani compiute dal governo del presidente Suharto, da più di 30 anni "uomo forte" del Paese, e soprattutto l'occupazione di Timor Est, che ha portato al massacro di 200.000 timoresi.

Nel caso dell'Indonesia - molto più integrata nel mercato statunitense della Birmania - la posta in gioco è di tutto rispetto. Alla fine del 1995 gli USA esportavano verso Giacarta merci e servizi per 4 miliardi di dollari, mentre le importazioni raggiungevano 3,2 miliardi. Quanto agli investimenti, gli Stati Uniti portano ogni anno nell'arcipelago indonesiano più di 7 miliardi di dollari.

AVVENIMENTI - 28 MAGGIO 1997

PROTESTE IN COLOMBIA DEGLI U'WA

Alcuni Indiani U'wa, appoggiati da centinaia di sostenitori, hanno manifestato a Bogotà per protestare contro il progetto dell'impresa statunitense Occidental Petroleum di esplorare i giacimenti di petrolio della regione di Samore, considerata sacra dagli U'wa.

INTERNAZIONALE - 30 MAGGIO 1997

PRIMO SI' DELLA CAMERA ALLA LEGGE ANTI PEDOFILI

La legge per punire i pedofili ha incassato ieri il primo sì alla Camera: la commissione Giustizia ha infatti approvato all'unanimità le norme che prevedono 12 anni di carcere per chi induce alla prostituzione un minore, e 18 anni se si tratta di bambini sotto i 14, equiparando di fatto lo sfruttamento sessuale ad una forma di riduzione in schiavitù. E' quindi pronto per l'esame dell'aula un testo che consentirà di punire anche chi diffonde materiale pornografico, film o foto, con soggetti minorenni. Sarà possibile processare chi divulga foto e film hard con bambini via Internet. Norme specifiche permetteranno di frenare anche il turismo sessuale. Il provvedimento introduce nel codice penale nuovi articoli nel capitolo che riguarda la schiavitù. L'ECPAT, l'associazione da tempo impegnata nella lotta alla pornografia infantile e il turismo sessuale, ha auspicato tempi rapidi.

AVVENIRE - 30 MAGGIO 1997

LA LOTTO HA SCELTO

C'è chi apre fabbriche in Estremo Oriente per fare grandi profitti e c'è chi torna a casa propria per farne ancora di più. La Lotto, il gruppo di Treviso che produce scarpe e abbigliamento sportivo, ha deciso di ritirarsi dall'Asia per ampliare lo stabilimento di Montebelluna, nel Trevisano. La società, che ha un giro di affari annuo di 400 miliardi, vuole dimostrare che non è necessario spostare la produzione dove la mano d'opera costa meno di niente per fare profitti: basta offrire un prodotto di alta qualità e il mercato è conquistato. Il tutto senza licenziare, anzi. La Lotto prevede anche di assumere immediatamente altri 50 dipendenti per sostenere la nuova produzione italiana di scarpe e abbigliamento sportivo. Nel giro di tre anni, perciò, i contratti con cinesi, vietnamiti e indonesiani verranno interrotti. All'insegna dell'innovazione.

VITA - 20 GIUGNO 1997

ALBANIA: CHI FINANZIA LA MISSIONE ALBA?

Ogni soldato che partecipa alla missione militare in Albania guadagnerà oltre 7 milioni al mese (per non parlare di sottufficiali e ufficiali che si porteranno a casa rispettivamente il doppio e il triplo di detta somma). E come verrà finanziata la missione? Per i primi 3 mesi (costo 120 miliardi di lire), il 50% sarà sostenuto dai Ministeri competenti (Difesa, Sanità, Esteri ecc.), per il restante 50% verrà utilizzato l'8 per mille dei 730/740 degli italiani/e che hanno scelto di destinarlo allo stato.

FORMICHE DI PACE - MAGGIO 1997

CANADA: NIENTE PACE PER GLI INNU

Già minacciati da una serie di progetti di "sviluppo", gli Innu del Canada si trovano oggi ad affrontare una nuova minaccia: la costruzione di una pista per mezzi da neve attraverso il cuore dei loro territori. La pista si chiama Ptarmigan, è lunga 250 km e attraverserà molte aree vitali per gli Innu riversando nelle loro terre moltissime persone esterne. "Non permetteremo che questo progetto vada avanti" hanno dichiarato gli Innu. "La regione è troppo importante per noi. Non permetteremo che sulla nostra terra vengano realizzati altri progetti di sviluppo che non abbiano ottenuto il nostro consenso. La decisione di finanziare la Ptarmigan è stata presa senza consultare in alcun modo la Nazione Innu. Ancora una volta, i nostri diritti sono stati totalmente ignorati".

SURVIVAL INTERNATIONAL - LUGLIO 1997

HONDURAS: VITTORIA PER GLI INDIGENI CHORTI'

9.000 ettari di terra - consegna graduale in 6 mesi - come pagamento di un debito di secoli. E' quanto gli indigeni dell'Honduras hanno ottenuto dal Presidente Carlos Roberto Reina in seguito alle manifestazioni realizzate dal popolo Chortì (a cui si sono poi aggiunti Garifunas, Misquitos, Lencas, Peches e Tolupanes) per chiedere terre e condizioni di vita migliori. La protesta ha avuto inizio con l'assassinio, il 14 aprile scorso, del dirigente Chortì Candido Amador. La Confederazione dei Popoli Autoctoni dell'Honduras (CONPAH) aveva espresso l'intenzione di realizzare una marcia di protesta per esigere la verità sul crimine.

Il dirigente indigeno Salvador Zùniga ha spiegato che ciò che si sta verificando nelle comunità indugene è un sollevamento della coscienza sociale, la nascita di un progetto unitario con vari obiettivi: la conquista della terra, servizi di salute efficienti, costruzione di scuole, riparazione di strade, installazione di acqua potabile e energia elettrica. Rivendicazioni che più di 2.000 indigeni hanno presentato a Tegucigalpa, agli inizi di maggio, proprio di fronte alla casa presidenziale. Ottenendo così, dopo 9 giorni di negoziazione, l'impegno del Presidente Reina di cedere i 9.000 ettari di terra.

ADISTA - 05 LUGLIO 1997

LA STRADA DELLA MORTE PER I MUNDURUCU

Indigeni Mundurucu, nel sudovest dello Stato brasiliano del Parà, in lotta contro il mega progetto di una strada. La "strada dell'integrazione", come viene definito il progetto, dovrebbe collegare le città di Alta Floresta nel Mato Grosso e di Jacaréacanga nel Parà, attraversando il territorio indigeno. E farebbe parte di un più ampio ed ambizioso piano di colonizzazione di massa. A fianco del popolo Mundurucu si sono schierati i Francescani di Sao Benedito da Amazonia, secondo i quali "un progetto di strada di questo tipo porterà soltanto distruzione e morte ai mundurucu. La strada sarà un disastro, non solo per la vita e la cultura di questo popolo, ma anche per l'ambiente". I francescani, cosi come il gruppo per la Difesa dell'Amazzonia, sottolineano come in tali progetti gli interessi e l'opinione della popolazione locale siano sistematicamente ignorati. E come il risultato sia stato sempre morte e devastazione di parti consistenti della foresta amazzonica.

ADISTA - 05 LUGLIO 1997

VERSO UN CONVEGNO NAZIONALE SULLE BASI MILITARI

Da oltre un anno il Comitato Unitario Contro Aviano 2000 è impegnato in iniziative contro il progetto di ampliamento della Base Usaf di Aviano, destinata, nei piani del Pentagono, a diventare una delle principali basi nucleari d'Europa e del Mondo, in grado di affrontare contemporaneamente 2 conflitti di media intensità. In questo periodo il Comitato a avuto modo di entrare in contatto con molti altri gruppi, movimenti ed associazioni impegnati in attività analoghe o comunque in dissenso rispetto al cosidetto "Nuovo Ordine Mondiale". E' pian piano maturata l'idea di costruire un'iniziativa di studio ed insieme di confronto fra i gruppi. Dopo una prima serie di incontri è emersa la proposta di un convegno nazionale sulla questione delle basi militari e più in generale della militarizzazione del territorio, che vorremo tenere a Pordenone dal 6 all'8 dicembre prossimo. Vorremmo però che questo convegno non fosse un episodio isolato, ma il culmine di un percorso cui partecipino tutti i gruppi interessati al problema. Vi chiediamo quindi di aiutarci a costruire insieme questo appuntamento, sia nella raccolta di materiali e di testimonianze da presentare al convegno, sia nella sua diffusione e pubblicizzazione.

Per informazioni: fax 0434-520235 (Tiziano) - tel 0434-550249 (Bepi)


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