Arrivano in gruppi di 50, armati di piccone e piccole cariche di esplosivo. Al loro passaggio, i contadini si barricano in casa terrorizzati, ben sapendo di dover dire addio al raccolto della stagione. Gli incursori hanno infatti la "missione" di far saltare le minuscole dighe che separano la palude salmastra dai campi coltivati a riso e iuta. Una volta inondati di acqua salata, essi sono pronti per essere "riconvertiti" all'acquacoltura. Così vogliono i "Prawn Lords", i "Signori del Gambero", un termine che farebbe sorridere se non si conoscesse la posta in gioco: 6 miliardi di dollari, tale è il valore del mercato dei gamberi e dei frutti di mare che finiscono in USA e in Europa, l'80% del quale è in mano a industrie asiatiche, soprattutto bengalesi.
L'area riservata all'allevamento dei gamberi copre ormai 400.000 acri di terra costiera bengalese, sottratta, spesso con la forza, alle tradizionali colture e alle foreste di mangrovia. L'acqua salmastra sta invadendo interi distretti del Paese, la cui morfologia viene alterata dalla formazione di immensi laghi salati solcati dai giunchi dei pescatori e dai motoscafi delle milizie private incaricate della sorveglianza. Questa parte del Bangladesh, dicono entusiasti i produttori, si sta trasformando in un Klondike acquatico - soltanto nel 1996 i Paesi dell'Unione Europea hanno importato dall'Asia più di 140.000 tonnellate di gamberi -, ma a trarne beneficio non sono i contadini che la abitano.
Eppure, era proprio per risollevarli dalla miseria che la Banca Mondiale e vari finanziatori internazionali avevano fatto alcuni anni fa massicci investimenti nella cosiddetta "blue revolution", la trsformazione della campagne coltivate a riso in acquitrini per il ripopolamento dei crostacei. In Bangladesh, i frutti di mare sono ormai la terza voce dell'export nazionale. Ma i profitti si concentrano nelle mani di pochi e per la massa dei braccianti il danno è doppio: economico e ambientale. Le inondazioni di acqua salata, infatti, segnano un momento di non ritorno per i terreni, che per lunghi anni non potranno essere sfruttati a riso, né ad altra coltura. L'acqua salmastra si trasforma presto in veleno, che contamina anche le terre circostanti.
Gli ambientalisti descrivono l'allevamento del gambero come un'industria "mordi e fuggi": alti rendimenti per pochi anni e poi il deserto. Esaurendo le economie di scala, l'industria dei frutti di mare sta già cercando nuovi terreni; dopo il Bangladesh, l'Indonesia e le Filippine, arriverà il turno di Birmania, Cambogia e Vietnam. Soltanto l'India ha opposto resistenza ai "Signori del gambero". In dicembre la corte suprema ha vietato l'allevamento dei frutti di mare lungo i 500 chilometri di terra costiera, cedendo alle pressioni della popolazione locale e delle associazioni ambientaliste. Il Bangladesh, invece, che ha aperto le porte all'acquacoltura, si ritroverà presto nei guai. Oltre ai rendimenti decrescenti degli allevamenti - spesso imputabili a dissennate tecniche di ipersfruttamento - deve fronteggiare le minacce di blocco delle importazioni da parte dell'Unione Europea, la quale lamenta le pessime condizioni igieniche in cui avviene la prima lavorazione del prodotto. La disillusione sta contagiando anche le istituzioni internazionali: la Banca Mondiale torna sui suoi passi e prende le distanze dai vecchi progetti di acquacoltura, mentre il governo di Dacca rivede la politica del credito agevolato agli imprenditori del gambero. Ma nessuno è in grado di dire che cosa fare per ricostruire l'agricoltura tradizionale nelle terre corrose dall'acqua salmastra.
John O'Beary
FONTE: AVVENIMENTI - 04 GIUGNO 1997
*_____________BANGLADESH
His Excellency President
Abdur Rahman Biswas
Presidential Secretariat
Old Sangsad Bhaban
Tejgaon - Dhaka
Bangladesh
Dear President, we are writing to point out the terrible risk run by all coastal lands in Bangladesh. We are talking about prawn farming, now extended on 400,000 acres of Bengali coastal lands, which are seriously menacing the environment. The brackish waters turn into a poison that will not allow the use of lands for traditional cultivations. Besides, who earns by these activities are not farmers, to whom the land is often forcibly stolen, but only few people called "the Lords of Prawns". We ask You then to do all in Your power to set limits to this activities. As an example we can bring India's one, that recently prohibited prawn farming all along its own coasts. Waiting for an answer, we remain
Yours Faithfully
____________TRADUZIONE
Signor Presidente, le scriviamo per segnalarle il terribile rischio che stanno correndo tutti i terreni costieri del Bangladesh. Stiamo parlando degli allevamenti di gamberi, che coprono ormai 400.00 acri di terra costiera bengalese, e che stanno minacciando seriamente tutto l'ecosistema. L'acqua salmastra si trasforma in un veleno che non permetterà più l'utilizzo dei terreni per le coltivazioni tradizionali. Inoltre chi guadagna da queste attività non sono i contadini, a cui la terra viene spesso sottratta con la forza, ma solo poche persone definite i "Signori del Gambero". Le chiediamo quindi di fare tutto ciò che è in suo potere per porre dei limiti a questa attività. Come esempio le possiamo citare quello dell'India, che ha recentemente proibito l'allevamento dei gamberetti lungo tutte le proprie coste. Rimanendo in attesa di una vostra risposta, vi inviamo i nostri saluti.