C’è una cosa che la storia dei media ci ha insegnato: nessuna nuova tecnologia cancella le altre ma le ridefinisce. Mi pare che anche nel campo delle poetiche artistiche avvenga lo stesso. Un’altra cosa che abbiamo imparato (o che stiamo imparando) in occidente, in questo fine millennio, è che non possono esistere assolutismi, regole di comportamento totalizzanti che non siano il rispetto delle differenze e della complessità dei punti di vista con una nuova presa di coscienza dei conflitti sociali, politici ed estetici: ognuno ha le sue ragioni, si tratta di scegliere da che parte stare: comunque in conflitto e in allegria.
C’è una battuta del mio amico “poeta” Lello Voce di Theleme che mi piace moltissimo, dice:- Poets go home! Non c’è peggior nemico della poesia di chi vuole fare il poeta-. E io aggiungo: non c’è peggior nemico dell’arte di vuole fare l’artista come non c’è peggior nemico delle tubature di chi vuol fare l’idraulico.
Comunque
ho l’impressione, che di questi tempi, tutti quelli che si atteggiano ad Artisti
(preoccupandosi principalmente di come fare a vendere le “ispirate opere” del
loro ingegno: pittura, scultura o video che sia) stanno dalla stessa parte del
“pensiero-mercato” che affama il mondo e si preoccupa principalmente del proprio
profitto individuale, qui e ora!
Chi continua a creare “feticci artistici” cercando di dargli “plusvalori
emotivi”, che potranno essere acquistati solo da chi ha tanti soldi, è
bene che sappia che sta dalla parte degli assassini! (Esagero?)
Se
è vero che gli artisti sono persone creative e intelligenti (?) dovrebbero
accorgersi che la loro “sapienza” è sprecata quando viene usata per fare
opere, feticci, di rappresentazione: perchè invece di fare “figure che
criticano” il mondo non provano a fare il mondo?
Perchè sono prigionieri di una “allucinazione semantica” che
immagina l’uso della creatività solo nei contesti dell’arte tradizionale
(o della pubblicità), allora io dico: LIBERARE ARTI DA ARTISTI,
in tutti i sensi (e qualsiasi sottinteso è voluto).
ARTI LIBERI!
Giacomo Verde
marzo 1997