La televisione non esiste: sono solo figurine.
Lo spazio-tempo dello schermo elettronico e’ completamente diverso
dallo spazio-tempo dei nostri corpi: capire e giocare le differenze, e
i rapporti possibili tra queste due differenti dimensioni, e’ quello che
mi muove. Ridefinire i concetti di realta’ e simulazione; segnalare la
diversita’ tra la lingua dei simulacri e la lingua dei corpi; cercare di
costruire ipotesi di comunicazione elettronica e non praticare solo “decostruzione
artistica”. Smitizzare il potere-mito dell’elettronica con l’uso domestico
e creativo della bassa tecnologia di consumo. Ridere. Toccare. Non mi sento
un’avanguardia, non credo nella visione totalizzante e annichilente delle
avanguardie. Sono disposto anche a copiare e diffondere opere-azioni di
altri per farle conoscere a piu’ gente possibile, come sono disposto a
farmi copiare e diffondere da chiunque lo trovi utile. Per me i luoghi
deputati dell’arte possono essere interessanti quando permettono di realizzare
opere-azioni che vanno oltre la contemplazione dell’oggetto: per me la
vera arte e’ quella che non si vede-vende nelle gallerie, o nelle rassegne,
ma che e’ organica e silenziosa, diffusa, genetica. Provo comunque il massimo
rispetto per tutte le forme d’arte esistenti, perche’ ognuna risponde ad
esigenze diverse ed egualmente legittime, e non mi sento di combattere
contro niente e nessuno, ma certe volte non posso trattenermi dal ridere.