L'idea del "robot romantico" e' nata tantissimo tempo fa
in una trasmissione televisiva (Tandem, nel 1984) dove una scultura, che
simulava un robot, ripresa in video, lanciava indovinelli al pubblico
che poteva rispondere in diretta con il telefono. L'idea era quella di
contrapporre all'intelligenza artificiale un robot che invece fosse umano.
Nel 1993 e' nato Euclide, software dedicato all'animazione di personaggi
sintetici tridimensionali. Questo progetto includeva una famiglia di otto
personaggi astratti (un cubo, una sfera, una molla … da cui la scelta
del nome, un rimando alla geometria euclidea) a cui successivamente si
sono aggiunti Virgilio, un personaggio che parlava in lingua antica recitando
la Divina Commedia; in stile più cartoon e disegnati da Massimo Giacon,
i personaggi Info per la Telecom Italia, Blobby per la Rai e Bit per la
fondazione Idis a Napoli. L'intento del progetto Euclide è quello di dar vita ad una
sorta di "robot romantico", un robot che non si relazioni al pubblico
attraverso i sistemi classici di mouse e tastiera, quanto piuttosto con
un'interfaccia più immediata e meno filtrata, naturale. Le interfacce
naturali utilizzano i normali gesti del corpo con la loro capacità di
continua trasformazione, abolendo ogni tipo di procedura mediata dalla
logica. Il linguaggio usato dall'animatore per comunicare con il sistema,
ovvero il suo gesticolare con la mano, appartiene ad una categoria che
non prevede l'uso di codici (come il linguaggio scritto) ne' di simboli
(gesti e icone) ma vive di una gestualità autoregolata dall'effetto che
produce. La mano assume determinate posizioni solo in funzione delle espressioni
ottenute dal personaggio.Attraverso Euclide ci proponiamo di scardinare alcuni assunti
dell'arte in genere e della pratica teatrale nello specifico. Riportare
l'arte fra le persone con un meccanismo d'interazione che induce alla
partecipazione. Le performance di Euclide si basano sull'improvvisazione,
non esistono canovacci o sceneggiature predefinite, la bravura dell'animatore
consiste nel saper far interagire il pubblico con il personaggio e nel
facilitare l'interazione-socializzazione delle persone tra di loro. Euclide
sposta l'attenzione anche su un altro tema che a nostro avviso è cruciale
per l'arte contemporanea: quello di un nuovo punto di vista sulle potenzialità
e implicazioni di comunicazione sociale che i nuovi mezzi elettronici
e computerizzati mettono in gioco. Siamo circondati da oggetti e sistemi che funzionano attraverso
interfacce che sembrano diventare sempre più umane. E' importante capire
quali nuove relazioni vengano ad instaurarsi fra utenti e prodotti e come
questi ultimi possano effettivamente influenzare il nostro modo di relazionarci
ad essi e di riflesso anche alle persone che quotidianamente frequentiamo.
Basti pensare ad internet, alle chat line che personificano questa forte
tendenza ad un nuovo tipo di relazioni attraverso schermi e tastiere,
dove l'esperienza fisica è accantonata a favore di un incontro virtuale,
fatto di bit ed onde luminose. E' necessario riflettere su alcuni interrogativi
che l'era digitale ci porge, capire dove ci stiamo dirigendo e come tutto
ciò possa influenzare il nostro modo di comunicare e di relazionarci.La ricerca nell'ambito della sensoristica e delle applicazioni
integrate fra performance, video e informatica è ancora agli albori e
ciò è confermato dal fatto che a tutt'oggi non ci sono scuole o corsi
in cui apprendere e sperimentare questi nuovi territori. Noi ci stiamo
provando, da artisti, e abbiamo l'impressione di essere approdati sulla
punta di un iceberg all'interno di un mare con confini tutti da esplorare.
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