Date: Wed, 29 Nov 2000 10:38:52 +0100 To: r.nencini@consiglio.regione.toscana.it From: city lights italia - citylights@firenze.net Subject: liberta' d'espressione per Tommaso, Giacomo e per noi... Cc: t.tozzi@ecn.org, info@verdegiac.org Cens(us)ura Bene, è successo. Tutti l'hanno presa normalmente o quasi, hanno risposto come se avessero appena suonato il campanello, semplicemente, come se avessero appena bussato alla porta. Questo miscuglio di barbarie e false novità di cui è costituita la politica produce aberrazioni come le elezioni/lezioni americane, i "grandi orizzonti del futuro" contro cui si stagliano guerre e morti, le croci elettriche dei condannati come un enorme cristo collettivo. E' il futuro, signori e signore, annunciato dalle trombe di un dio stanco e annoiato che è stufo della nostra storia e che adotta la voce dei vari rappresentanti di turno. Continuano a ripeterci che a loro non piace sentirsi dire che proveniamo dalle scimmie, che la loro politica extracomunitaria si sostanzia fondamentalmente in Allah che si converte in cuoco e raschia via la fame dal pavimento per offrirla al ristorante. Piatti del giorno: fame al ruggito, fame alla jihad, fame al vago sentore di new age portato dal vento (nouvelle cuisine arabiènne), fame al serpente monetario europeo, fame all'europea, all'africana, all'indiana, alla turca…. I ristoranti etnici si moltiplicano, dunque, e anche i carnivori. E i rappresentanti politici si complimentano l'un l'altro per le elezioni, per le lezioni, discutono dell'acne giovanile -questa piaga della politica- e recitano calendari, segnano a dito gli abiti che indossano e che indossiamo, si disperdono in mille segmenti legati al maggioritario e al proporzionale, non muoiono mai di morti pazzesche e stanno nelle barche, in transatlantico, come in una vecchia e mugghiante fattoria mortale dove si può vedere il vomito negli angoli più nascosti. Gesù Cristo era un carnivoro? Non ci è dato di saperlo. Per ora bisogna accontentarsi di dire che i ragazzi perdono le gambe e spesso la vita nel tentativo di scopare (discopatia, discomania, discoteca), mentre Veron, Del Piero, Batistuta, Ronaldo, Teo Teocoli, Fazio I e Fazio II, D'Alema, sua disgrazia Berlusconi, l'amato Amato, gli sputi e le bave di Bossi e i bossoli dell'ex jugoslavia e della terra santa, Cragnotti e gli ugonotti impiegano il loro tempo libero rimanendo separati dalla vita ma sempre uguali a se stessi. I politici si chiedono: "perché non aspettare le risate che nel frattempo aggiustano le cose?", "certo che le aggiustano!" si dicono, e soprattutto "straordinario! Che furore!", interpretando così l'atto di inserire una moneta nel gioco elettronico di moda da cui schizza fuori un simbolo che geme sempre e per sempre e s'irrigidisce, si schianta nelle interiora di qualche orrida bambola di carne. Si sente un brontolìo, allora, l'uomo di ferro della politica riprende i suoi distintivi con la scritta "Chi è stato?" e li distribuisce un'altra volta, gratuitamente, perché cerca di farsi degli amici. Dunque anche se non appartenete a nessun partito politico, cari miei, a nessun schieramento, ecco, adesso siete preparati. Preparati a cosa? Ma a ricordare qualcosa a proposito di qualcosa, ovvio. Ricordare qualcosa a proposito di qualcosa. Ma, cazzo, il capo della polizia intanto imbraccia un fucile con inciso sopra il suo nome e grado, entra e lo punta in faccia al maiale dell'avvocato, che a sua volta era già un picchiatore di sua moglie, e grida che vorrebbe finalmente e definitivamente diventare un carnefice. Però lui, lo sceriffo, non sa che il maiale dell'avvocato ha fatto amicizia con un consigliere regionale. E dunque tutto si riduce a ben poco, beh, solo la passione del giocatore e dello schiavo, il passero che pontifica dal palco nero e che ipotizza quest'orgia di temerari di cui potrebbe anche essere composto il mondo affinchè tutti fuggano dal lavoro, affinchè ciascuno nasca o passi la vita con qualcuno che ama. E' proprio questo che non avviene ed è per questo che c'è delusione, inganno, merda per la strada, pena di morte e pena di vita, la paura che è censura. E ora, pensate un po', gli organizzatori di questo immane macello devono far rientrare i buoi nella stalla, eh già, riutilizzare i volantini e l'entusiasmo canceroso che li ha portati fin qui e finora, sul palco del bene pubblico contro la pena di morte, ricominciare con gli informatori della polizia, le celle per i suicidi, i telefoni a gettone, l'ente per lo sviluppo edilizio, col fatto che di solito piove per un po', qualche volta c'è il sole, che le stagioni sono cambiate e avanti così... Però intanto i ragazzini non possono giocare per strada, ad ogni ora del giorno arrivano degli uomini a portare cose da drogheria -anche droga, certo-, dei pacchi vengono inviati via posta, ci sono nipoti che si laureano, figli prediletti che prendono la loro strada con i capelli corti, laudato sii oh mio signore, si sentono lamentosi addii per liberare degli eremiti cui non importa assolutamente niente d'essere liberati e anzi sono quasi scocciati da tutto questo darsi da fare, si inventa il meravigliosamente brutto che fa trend, si salvano le povere pecorelle smarrite, i cani lupo, le erbe matte, le nuvole cumuliformi, i macellai, si colpiscono le rose perché hanno un legittimo anche se debole profumo, si abbattono gli spaventapasseri in quanto affittuari abusivi di passeri e corvi e merli… E voi dunque badate a voi stessi senza mancare di badare anche a lui, a quell'altro da voi, voi che potete predire da qualsiasi posizione vi troviate, voi che sapete che nessuno è giobbe né nerone né veltroni. Che dire della censura, dunque? E' ovvio. Guardate quaggiù e approfittate della passione, trasformate gli esperti dell'alta tensione in eroi, i presidenti in truffatori, trasformate il definitivo, anche se gli eremiti non parlano e sono di classe inferiore, pazzi o in prigione, e in ogni caso non lavorano. Perché se un'espressione, una parola, un'azione o il semplice alzarsi degli occhi producono senso e optano per la vita, allora devono essere censurati. E' necessario. Il buon samaritano entra con le parole "intorno e intorno ci muoviamo, intorno e intorno ci muoviamo, intorno e intorno ci muoviamo". Ce le ha tatuate sulle guance queste parole, oltre a ripeterle in continuazione. Dice al consigliere regionale di piantarla una buona volta, una volta per tutte, ed ha atteggiamenti da comico, si vanta di essere uno dei migliori extracomunitari in circolazione. Peccato che il maiale dell'avvocato gli mangi sempre la faccia per far dimenticare al pulitore di vetri di essersi reincarnato da una zappa da contadino, anzi da servo della gleba, dopo essere stato fatto turbinare in mille arie da camera ed aver sbattuto contro una roccia. Ossessionato dall'idea di trovare qualcuno inferiore a lui, il lavavetri morde il parabrezza e canta "tu chiamale se vuoi emozioni", crede che avrà anche lui prima o poi una qualche forma di successo ed ottiene qualche piacevole sensazione parlando a una delle due facce della medaglia, il potere. Le racconta che un importante signore -un politico- era solito servirsi di lui quando cresceva l'erbaccia e che ha assistito a delle riunioni sul piano regolatore della città quando gli altri erano entrati in letargo oppure riempivano le loro estati conversando con le ombre. Si ricorda di quando era un guidatore d'ambulanza, di quando era ricercato, parla di ricchi gaudenti e delle loro fotografie mentre giocano a golf e si abbronzano, oppure mentre indossano impermeabili nel salone delle società per azioni. Persone che si reputano buongustai per non aver partecipato ai funerali di Togliatti, di Marco Aurelio e di Phlebas il fenicio, morto per acqua in terra d'Elliot; lui e la sua dannata poesia -dicono infatti- però con altre parole e senza mai citarla: non la conoscono, non se ne fanno niente, poco importa e via di seguito. Bene, così bisogna davvero rilevare che è proprio fondamentale far finta di niente, oggi, anche di fronte alla pena di morte e alla censura: divertirsi e divorarsi e divaricarsi e divagarsi e dimostrarsi veri italioti veri, degni figli della nostra Epoca -anche se nostra madre non si è mai chiamata Epoca- e di questa Nazione -anche se nostra madre non si è mai chiamata Nazione-, quest'itala Italia, perdio!, questa bella Toscana incipressata e canterina dove gorgheggiano i cromosomi corsari di tutte le razze che si vogliono invece esito irreversibile di uno sviluppo evolutivo lineare, una sequenza verso la perfezione (ancora la negazione della nostra discendenza dalle scimmie: molto intelligentemente i politici si dicono infatti: "saremmo forse bipedi se discendessimo dai quadrumani? Forse al massimo quadripedi!"). Ma l'itala Italia e l'incipressata Toscana gorgheggiano, oh sì che meraviglia, che bella regione canterina!, firenze stanotte sei bella sotto un manto di stelle, la cantata di maggio, baggio ci è rimasto nel cuore, batistuta, la fiorentina, e in italia mandolino e pizza, vooolaree ooohoh cantare ooooh oh, Sofia Loren e il Gattopardo, il naso di Dante Alighieri e la torre di Pisa, Viareggio, il Papa e i paparazzi, duce duce duce, la repubblica, Andreotti, le elezioni, il vino buono, Fellini e l'avvocato Agnelli, le elezioni ancora, la festa della Toscana, contro la pena di morte, la bistecca alla fiorentina, ma sì censuriamo qualcosa. E infatti ci sono bellezze al bagno che votano per Tritone, quaggiù, bellezze in secca che optano per Scirocco, il deputato del Suck, bellezze e basta che scelgono l'Onorevole Suicidio che la nazione salverà (trallallero trallallà: in diretta da Cecina e dal suo azzurro golfo). Gli operai intanto resuscitano dal cimitero comunista delle periferie cittadine solo per andare a spirare dentro la cabina elettorale, gentilmente accompagnati dall'untuoso pigmalione Sua Sordidezza il Sindacato. I topi guardano la televisione ogni sera e si leccano i baffi pensando all'immensa riserva alimentare costituita da Giuliano Ferrara e da Maurizio Costanzo, alla delizia morbida delle labbra delle vallette, labbroni come canotti e pelle così lucida da sembrare la prua di un natante. Dini doni dani (din don dan) memore delle scampanate cattoliche romane, Silvio rimembri ancor, all'attacco miei Prodi. Non da meno non di più sul piano locale, dove si paga anche l'affitto per questi lugubri signori. La censura? La pena di morte? Ma lasciamoli lavorare, cazzo! Tutti si sono proposti, riproposti e posposti al posto del loro posto e con loro rieccoci dunque serviti: avremo ancora i sette nani, grazie a dio, biancaneve e biancabeve, i tre porcellini e mago Merlino, l'ente del turismo, la cassa del mezzogiorno, l'esule turca fata Turchina, il partito radicale e quello logaritmo, cip e ciop, hic et nunc, la coca cola, vasco rossi e cappuccetto rosso, maga magò, umberto agnelli, susanna agnelli, giovanni agnelli, il lupo cattivo, la civetta sul comò, Patapim e Patapò, l'àncora di salvezza, la sacra rota e il profano qadro, l'impero dei sensi, paperino e topolino, la pappa al pomodoro, cecchi gori, il coltello da cucina, le calze a rete, san pietro e sansiro, salamanca, il portogallo, portorico e porto franco (progetto regionale), l'import export, dio, i cani e il new age, la new economy, il non se ne può più per piacere fate voi no grazie prima lei, le giraffe inurbate e quelle al pascolo, gli allevamenti di struzzi, le mine antiuomo e quelle prodonna, le donnole e i trichechi, l'orgasmo del mitilo, la dea dell'amore e quella delle more, quella dei mori, la fanciulletta vien dal campo, grigia quest'aria bigia, rondine rondinetta, allah e aqquà, eran trecento cinquecento truccate, eran giovani e forti, la vispa teresa, i termosifoni e i freddi tifoni, la nemesi del tortello, gli sciacqui di cemento, i marciapiedi e i sostamani, la ferrea volontà del dipanare, i barlumi di ogni cosa, i lavori in corso e i lavori in sardo, a piene mani e a vuoti piedi, i mirtilli, le gazose, i pantaloni a zampa d'elefante e quelli a tubo, le giacche sportive e quelle handicappate, la santa trinità e trinidad, il polline in primavera, le facce domestiche e le faccende domestiche, le domeniche mattina, il bianco pallore del suo volto, dato il mortal sospiro, giuseppe verdi e mario rossi, les liaisons dangereuses, le parures e le parrucche, la circolazione del sangue e quella urbana, gli stati uniti e gli stati divisi, le divise militari e le divise estere, i cicisbei e cicisbruti, i coglioni e il caglione, il sesso orale e quello scritto, le protesi e i protèsi, le anse e le ansie, la poesia e la porcheria, un incidente incisivo in strada e in bocca, le amenità degli amen, le canzonette, il messaggio subliminale, la civiltà delle immagini, le guide turistiche, i resti e gli avanzi, il sole dell'avvenire, le cicliche tempeste, lo zodiaco e i tarocchi, il calcio, l'anima, il corpo, i romanzi. Anche le mosche danzano irriverenti qui in Toscana, ripetono un motivo che è diventato un tormentone di quest'ultimo millennio: "Che sfacelo / ronzare noiosamente / tanto lontano dal cielo". Ma le mosche, si sa, ritrovano sempre il loro prato, il loro cespuglio, il loro dolce odore di merda e lì si consumano. A un dato giorno di una data settimana di un dato anno convenzionale dalla morte per croce dell'uomo e dall'instaurazione per ferro del capitale, inoltre, si celebra alacremente nell'itala Italia e nell'incipressata Toscana la congiunzione carnale dell'ormai attempata democrazia con la sinistra morte tramite il rito pubblico della politica. Funerali di stato e necrologio del popolo sovrano, amenità di varia sorte, trombe squillanti del giudizio. Amen. Tutto, come tutto, passa sempre a maggior gloria per la memoria non dei posteri ma dei posteriori. Le donne non hanno bisogno di parole, forse è questo il segreto da sondare, l'enigma. I lepidotteri godono di un sistema filosofico? E il mitilo urla forse al mondo i suoi orgasmi? Il barracuda? E perché mai dovremmo occuparci delle trombe di Eustachio? Della squadra del Posillipo? Il senso è altro dai significati e dai segni: che dire dunque dell'azione senza incorrere nel forzato falso che vi è racchiuso, senza imprigionarla nella rocca di San Leo con le spoglie mai ritrovate di Cagliostro? Il pollo è perso nella rete (the chiken is lost in the Net, by Andrea Zingoni). Dunque, amico mio, è un bene essere censurati e odiare il censo e il censore. Attieniti ad alcuni consigli: Guardati dalla televisione perché la televisione ti guarda. Secondo: ricorda il volto di tuo padre. Terzo: ammazza più significati che puoi, in loro è il potere. Quarto: ama con le azioni e mai con le parole. Quinto: parlami d'amore Mariù. Sesto: eludi sempre le trappole, le reti servono solo per essere evase. Settimo: combatti la virtualità, è contro la tua natura. Ottavo: se piangi, se ridi, io rido con te perché non lo so, non lo so (bobby solo). Nono: non è mai troppo tardi. Decimo: la ruota della fortuna. Undicesimo: continua a elencare comandamenti a tuo uso e consumo. Dodicesimo: come i mesi e i segni zodiacali, cazzo che coincidenza! Tredicesimo: Giuda. Quattordicesimo: c'è sicuramente stato un papa, tipo Pio XIV. Quindicesimo: l'angelo caduto, Shamael -che cosa ce ne facciamo? Sedicesimo: sedicesima parte di un tutto. Diciassettesimo: cabala ebraica, uno dei nomi di dio -anche qui: cosa ce ne facciamo?. Diciottesimo: l'età in cui si diviene maggiorenni. Diciannovesimo: che viene prima del ventesimo. Ventesimo: fine di un ciclo. Ventunesimo: fine di un ciclo. Si ricomincia? Da capo? A piedi? Aiutiamoci a dire quel che vogliamo, aiutiamoci a essere quel che siamo, aiutiamoci a elucubrare meglio perché per scardinare il meccanismo della produzione di senso contaminato, quello che riproduce il potere, mi vengono in mente solo danze tribali di pesci neofiti, le urla dei licaoni, la passione di gesucristo, dame alsaziane, cani dalmata, il vello d'oro, la morte rossa, berenice, il concetto di dignità, le tablas, l'inquilino del terzo piano, il mistero dei procarioti. Vedo tutto mescolarsi alacremente col sacro mistero del graal in cui è celata anche l'origine divina dei sempreterni politici che assillano la mia e l'altrui vita. La neurodemocrazia della neurorepubblica dei neuropartiti ha coniato l'euro, ovvero il neuro e la neuropa, nuovi farmaci ad alto rischio intossicante, ultimo ritrovato della ricerca farmaceutica e delle multinazionali (cosa è l'europa se non una multinazionale?). E dunque e ancora: i cirri hanno la cirrosi? E la silice la silicosi? Solo per sfuggire a quest'orrore, solo per distrarci dal dovere di significare, solo per questo dobbiamo continuare a interrogarci: se dio è tutto perché non si può dire anche che è un cane? Quanti anni ha annita? E il popolo sunnita? Diodoro era un dio d'oro? E diocleziano cosa era? "Dei celesti" significa "proprietà del popolo azzurro"? Cos'hanno a che fare le trote con i tritoni? I tritoni tritano? Le mamme invecchiano? I figli crescono? Cosa è il principio trascendentale dell'autocoscienza? E l'autodafé? Forse una contrazione di auto da caffè? Quanti anni ha annita, questo il quesito più assillante, e annibale, annibalcaro, annientata, anniversario, annidata? Oh onnipotente onnipresente onnisciente onnivoro! Buon lavoro è un augurio lugubre, una maledizione usata dagli aruspici per condannare ad una vita di stenti. Fuoco alle paglie e alle chiese! Resuscitino le mummie egiziane e dal Cairo e da Torino si diffondano per il mondo insieme ai nuovi piatti esotici e alle manie vegetariane! Che le latrine latrino! Scoppino tutti i siliconi e i canotti! Muggiamo come un bue! Che i pellicani puzzino ancor di più! Che Berlusconi diventi l'oscuro abitatore dei tralicci! Che la poesia sia! Ascoltami fratello: se siamo figli di genitori diversi perché ti chiamo fratello? Ascoltami fratello: siamo tutti forsennati o forse nati? La nascita ha qualcosa a che fare con la mescita? Baciami questa rima! Che senso ha dire mi fai senso? Mi induci forse a sciogliere un enigma? Che si riconosca l'anima all'animale! La sfinge sorrida ancora per millenni! S'ingigantiscano i trofei! Cavalchiamo l'onda e le tigri! Che si dorma sull'alloro e sul biancospino! A morte i crostacei e i loro duri sogni! I topi e i rifiuti siano tratti in arresto, decentreremo il formaggio e gli archivi! Brecht: il nemico marcia sempre alla tua testa, ma la testa del nemico dove è che marcia sempre alla tua testa? Auguri: non abbiamo mai posseduto un alfabeto tranquillo ed è per questo che continuate ad inseguirci in collina e perfino in montagna. Ma sono colline e montagne che noi chiamiamo pianura. |